
Legge Morandi: diritto al collocamento mirato
Cos’è la Legge Morandi e cosa prevede
Con l’approvazione della Legge 15 aprile 2025, n. 63, il sistema italiano di collocamento mirato si arricchisce di nuove disposizioni a tutela di chi ha subito gravi conseguenze personali o familiari a seguito di cedimenti di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale.
Questa legge, soprannominata “Legge Morandi” in memoria del tragico crollo del Ponte di Genova, interviene su una materia delicata come l’inclusione lavorativa delle vittime, affiancandosi al già esistente quadro normativo previsto dalla Legge 68/1999 e dalla Legge 407/1998.
La Legge 63/2025 nasce per garantire forme di assistenza, sostegno economico e integrazione sociale alle persone coinvolte in eventi drammatici come il crollo di infrastrutture pubbliche di rilevanza nazionale.
Il punto centrale per l’inclusione lavorativa è l’articolo 5 della legge, che stabilisce il diritto al collocamento obbligatorio per:
- le persone gravemente lese in tali eventi;
- i familiari superstiti (coniugi, figli o, in assenza, genitori) di persone decedute a causa di questi crolli.
La norma richiama esplicitamente l’art. 1, comma 2 della Legge 407/1998, che disciplina l’inserimento lavorativo delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere. Ne consegue che i beneficiari della Legge 63/2025 accedono alle stesse forme di tutela rafforzata previste per quelle categorie.
Nuove persone aventi diritto al collocamento mirato: cosa cambia nella pratica
L’inserimento delle vittime e dei familiari di cui alla Legge 63/2025 nel sistema di collocamento mirato produce una serie di effetti rilevanti:
a) Precedenza assoluta nelle assunzioni
I soggetti beneficiari godono della priorità assoluta rispetto ad altre categorie protette, sia nel settore pubblico che in quello privato. Questo significa che, a parità di condizioni, devono essere considerati per primi in ogni procedura assunzionale soggetta a obbligo.
b) Chiamata nominativa diretta
È possibile procedere all’assunzione diretta, anche in deroga a eventuali graduatorie o selezioni, nei limiti stabiliti dalle norme regionali e nazionali sul collocamento mirato.
c) Esclusione dal computo della quota di riserva
Le assunzioni effettuate in favore di questi soggetti non concorrono al raggiungimento della quota d’obbligo di cui all’art. 3 della Legge 68/1999.
Tali soggetti, infatti, rientrano tra le categorie tutelate dall’articolo 18 della Legge 68/1999, che prevede un obbligo distinto per i datori di lavoro.
d) Applicazione delle misure di sostegno della Legge 68/1999
I soggetti tutelati accedono comunque ai benefici previsti dalla Legge 68/1999, come:
-
l’iscrizione agli elenchi speciali del collocamento mirato;
-
la definizione di percorsi personalizzati di inserimento e accompagnamento al lavoro;
-
il ricorso a convenzioni di integrazione lavorativa con i datori di lavoro;
-
la possibilità per le aziende di accedere a incentivi economici per l’assunzione.
Categorie protette e articoli di riferimento: il nuovo assetto normativo
La Legge 68/1999 individua due principali gruppi di soggetti aventi diritto al collocamento mirato, specificati agli articoli 1 e 18. Con la Legge 63/2025, la composizione di questi gruppi si modifica ulteriormente:
L’Articolo 1 individua come appartenenti alle categorie protette:
-
persone in età lavorativa con condizioni fisiche, psichiche o sensoriali per le quali hanno ottenuto dalle commissioni competenti il riconoscimento dell’invalidità civile di grado superiore al 45%;
-
invalidi del lavoro con percentuale di invalidità superiore al 33%, accertata dall’INAIL in base alle disposizioni vigenti;
-
non vedenti e sordomuti (di cui alle leggi n. 382/1970 e successive modificazioni e n. 381/1970 e successive modificazioni);
-
invalidi di guerra, invalidi civili di guerra e invalidi per servizio.
I soggetti appartenenti alle categorie protette: Articolo 18
L’Articolo 18 individua come appartenenti alle categorie protette persone che non ricadono direttamente nella macrocategoria precedente:
-
orfani e coniugi superstiti di vittime del lavoro, di guerra o di servizio nelle pubbliche amministrazioni;
-
coniugi e figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi di guerra, di servizio e del lavoro;
-
profughi italiani rimpatriati (con status riconosciuto ai sensi della L. 763/81);
-
orfani e coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (L. 407/98).
-
vittime e familiari di eventi derivanti da cedimenti infrastrutturali (Legge 63/2025).
Implicazioni per le aziende
Secondo l’art. 18, comma 2 della Legge 68/1999, i datori di lavoro pubblici e privati che occupano più di 50 dipendenti sono tenuti ad assumere almeno una unità appartenente alle categorie protette indicate nel medesimo articolo.
Con l’entrata in vigore della Legge 63/2025, anche le vittime di cedimenti infrastrutturali e i loro familiari superstiti rientrano tra i soggetti tutelati dall’art. 18, e quindi concorrono al raggiungimento di questa quota obbligatoria.
È importante chiarire che le assunzioni di tali soggetti non coprono le quote previste dall’art. 3 della Legge 68/1999, relative alle persone con disabilità, ma si aggiungono ad esse. In altre parole, per le aziende con più di 50 dipendenti, l’obbligo previsto dall’art. 18 rappresenta una quota autonoma e aggiuntiva, da pianificare accuratamente in ottica di gestione della compliance normativa.
Cosa devono sapere aziende e candidati
Le persone che rientrano tra i beneficiari della Legge 63/2025 possono:
-
iscriversi agli elenchi speciali del collocamento mirato presso il Centro per l’Impiego;
-
ottenere un percorso individualizzato per il reinserimento professionale;
-
chiedere il riconoscimento della precedenza assoluta in bandi e selezioni pubbliche o private.
Le aziende soggette agli obblighi della Legge 68/1999 dovranno:
-
valutare l’opportunità di stipulare convenzioni con i servizi territoriali per favorire un inserimento sostenibile;
-
monitorare con attenzione la documentazione relativa alla certificazione dello status di vittima o familiare;
-
sfruttare le agevolazioni e gli incentivi statali e regionali disponibili.
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